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giovedì 20 settembre 2012

ITINERARI
 
da Scala a Ravello nel cuore del Parco dei Monti Lattari


Ravello
 
 
Famoso centro turistico, scoperto e frequentato da
numerose personalità di ogni arte, attratte dal suo
richiamo intellettuale e dal fascino delle sue
architetture e delle sue famose ville.

L'UNESCO dal 1996 ha decretato Ravello, assieme alla

Costiera amalfitana, Patrimonio dell'umanità.
La città di Ravello si trova su di una ripida rupe

all'altitudine di 315 m slm; sovrasta Maiori e Minori
e gode di una famosa vista panoramica sul Mare Tirreno
e sul golfo di Salerno.

È situata di fronte ai Monti di Scala, con cui il

confine coincide col corso del Torrente Dragone
Ravello fu fondata nel V secolo come luogo di rifugio

dalle scorrerie dei barbari che segnarono la caduta
dell'Impero romano d'Occidente, ma per leggenda vi
immigrarono dei patrizi amalfitani in seguito a uno
scontro tra più fazioni della classe alta amalfitana,
che sfociò quasi in una guerra civile.

La cittadina crebbe in popolazione, prosperando con

l'arte della lana e con il commercio verso il
mediterraneo e Bisanzio e raggiunse il suo massimo
splendore dal IX secolo, sotto la Repubblica marinara
di Amalfi e il Principato di Salerno.
Per volere del normanno Ruggero, figlio di Roberto il

Guiscardo, Ravello divenne sede vescovile nel 1086 per
porla a contrasto della troppo potente Amalfi.

Al volgere del XII secolo la città giunse a contare

una popolazione di oltre 25.000 abitanti.

Nel 1135 riuscì a sostenere gli attacchi portati dai

Pisani al Ducato di Amalfi, ma due anni dopo, nel
1137, dovette soccombere, fu saccheggiata e distrutta.

A seguito delle devastazioni iniziò il suo declino

economico e demografico: a partire dal XIV secolo
molti dei suoi abitanti si trasferirono a Napoli e
dintorni anche se nel 1400 i patrizi ravellesi erano
ancora molto attivi: esempio ne erano i Rufolo,
banchieri del Regno di Napoli, all'epoca potentissimo
(vedi Ladislao di Durazzo, Re di Napoli); fu il
pesantissimo sistema fiscale dell'inefficiente governo
spagnolo che ne determinò la decadenza, durata sino
alla fine del XVIII secolo.

Dal XIX secolo, riscoperta da intellettuali e artisti,

riacquistò la sua importanza come luogo di turismo
culturalmente elitario.

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