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sabato 8 settembre 2012

Architettura sostenibile
 
L'architettura sostenibile detta anche bioarchitettura o architettura bioecologica, progetta e costruisce edifici in grado di limitare gli impatti nell'ambiente. Piuttosto che un ambito disciplinare, l'architettura sostenibile è un approccio culturale al progetto che fa riferimento alla  bioedilizia nata negli anni '70 in Germania, e che si è poi sviluppata includendo i principi ecologici e il concetto di sviluppo sostenibile.
Il concetto di sostenibilità si basa sui seguenti principi:
 1.l’esistenza di vincoli in un pianeta finito, ovvero il riconoscimento che esiste una carrying capacity del pianeta;
 2.la consapevolezza che il secondo principio della termodinamica pone dei limiti agli usi e alle trasformazioni energetiche;
 3.l’accettazione delle ipotesi di Herman Daly, padre della teoria della sostenibilità:
 l'utilizzo delle risorse rinnovabili non deve superare il loro tasso di rigenerazione;
 l'immissione di sostanze inquinanti (solide, aeree o liquide) nell'ambiente non deve superare la capacità dell'ambiente stesso di metabolizzarle;
 l'uso di risorse non rinnovabili (es. i combustibili fossili) deve ridursi progressivamente fino ad arrestarsi per essere sostituto da risorse di tipo rinnovabili.

L'architettura sostenibile fa proprio il principio della decrescita e di limite, inteso come risparmio di risorse e minima produzione di inquinamento in tutte le fasi del ciclo di vita.Il termine “sostenibile” applicato all’architettura si riferisce alla ricerca delle soluzioni costruttive che massimizzano il benessere dei fruitori attuali garantendo contemporaneamente alle generazioni future la possibilità di conseguire lo stesso risultato, nella consapevolezza che le risorse sono limitate e che lo sperpero e l'inquinamento possono diventare insostenibili per le popolazioni future.
 
Per una corretta "progettazione energetica" occorre considerare quattro fattori:
 1.l'approccio bioclimatico (orientamento, soleggiamento e ombreggiamento, ventilazione naturale);
 2.la coibentazione dell'involucro edilizio (riduzione del fabbisogno energetico per riscaldare e raffreddare i locali abitati);
 3.il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili (biomasse, geotermia, fotovoltaico, solare termico, micro eolico);
 4.l'efficienza degli impianti (riduzione dei consumi a parità di prestazione).

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