Itinerario storico
Castelli medievali e musei
All'ingresso
della Melito Vecchia, oramai quasi completamente disabitata, sorge il castello.
Nonostante conservi il suo notevole fascino, l'edificio si presenta come un
imponente rudere, col tetto in più parti danneggiato, pericolante se non
addirittura mancante, con mura lesionate o peggio ancora imbrattate da vernici
varie ed invase in più punti dai rovi. Il castello si sviluppa su due livelli e
mostra una muratura in pietrame informe di notevole spessore. Sono ancora
visibili le torri angolari cilindriche su base scarpata tra alte cortine
perimetrali, in cui si aprono alcune monofore e bifore. La forma romboidale
irregolare della costruzione, con un corpo centrale allungato e con due torri
circolari e una quadrata, indicherebbe un'origine longobarda. Il castello era
difeso da un fossato, visibile fino a qualche anno fa, da mura e da un
avancorpo. In prossimità del castello, ad una cinquantina di metri, si ergevano
le antiche porte; la presenza ancora oggi di cave a cielo aperto fa inoltre
ritenere che per la costruzione del castello sia stata utilizzata in prevalenza
pietra locale. L'interno è composto da circa trenta stanze intercomunicanti,
oltre alla prigione posta dietro il corpo di fabbrica. Il terremoto del 1962
causò notevoli danni rendendolo pericolante e, in questa occasione, furono
abbattute una torre quadrata e una circolare, distruggendo così la sua parte
più antica.
Se incerta è
l'origine del castello, che già esisteva comunque al tempo della conquista
normanna, certa è la funzione strategica della struttura, che si erge senza
fondazioni sulla roccia, su di una piccola altura che sovrasta la sottostante
valle. Certamente, proprio grazie a tale posizione, il castello doveva
costituire il nucleo centrale attorno al quale si era andato successivamente
sviluppando il piccolo borgo.
Castello e Torre normanna
In età normanna
venne realizzata la torre quadrata, cioè il donjon, che fu, almeno
all'inizio, l'unico edificio fortificato. Ad esso si accedeva attraverso
un ingresso sopraelevato. L'esistenza della torre fin dai primi anni del XIII
secolo è documentata dal ritrovamento, avvenuto durante alcuni lavori di
restauro, di una lastra in travertino murata al di sopra del portale
d'ingresso, con iscrizione che indica il 1216 come anno della sua costruzione.
Alle spalle
della torre si costruì in seguito una piazza d'armi cinta da mura che
inglobavano vari ambienti, di cui oggi sono visibili i ruderi sul lato Nord, e
da altre torri minori, delle quali una è tuttora presente nell'angolo di
Sud-Est. Una terza torre, demolita dopo il sisma del 1962, era situata sul lato
Nord a controllo del percorso del Regio Tratturo. Cinque invece dovevano essere
le porte di accesso al borgo: la Porta Vallone ad est, la Porta Beneventana ad
ovest, con il ponte levatoio, la Porta Carrara a nord, per il passaggio dei
carri, la Porta Fontana a sud e la Portella a sud-est.
Nel 1485 il
feudo di Casalbore fu venduto dalla Corte Regia alla nobile famiglia dei
Caracciolo, che trasformò il maniero in dimora signorile, con la costruzione
del palazzo posto sul lato Sud della corte, con vista su Via Napoli.
La struttura
ebbe diverse modifiche ancora nel XVII e XVIII secolo. Nella seconda
metà del Settecento il complesso già mostrava evidenti segni di cedimento,
dovuti ad una lunga fase di abbandono che si accentuò nel corso degli anni.
Nel 1835 nella
contrada denominata “sottocastello” restavano solo i resti “delle fabbriche
dell'antico palazzo baronale”. Le mura cominciarono ad essere abbattute o
inglobate nelle nuove costruzioni e un'altra torre venne rasa al suolo, mentre
la torre beneventana fu fortunatamente acquisita dal Municipio.
La torre, alta
oltre venticinque metri, presenta pianta quadrangolare e pareti realizzate con
blocchi in pietra grigia locale. Probabilmente in un'epoca successiva alla
costruzione, furono realizzati il basamento a scarpa, alcune piccole finestre e
diverse feritoie. All'interno, al piano inferiore è visibile un grande camino
in muratura con cornice in pietra scolpita ed una copertura voltata a botte.
L'impianto originario dell'edificio era dotato anche di un camminamento interno
in legno per consentire il raggiungimento della sommità della torre.
Il basamento
della torre ingloba la Porta Beneventana che in origine non doveva esistere;
infatti queste strutture erano solitamente costituite da una cisterna per
l'acqua al piano terra e da vari livelli sovrapposti, ripartiti da solai
lignei.