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giovedì 25 ottobre 2012


Il Regio Tratturo

Itinerario storico

Castelli  medievali e musei

 


All'ingresso della Melito Vecchia, oramai quasi completamente disabitata, sorge il castello. Nonostante conservi il suo notevole fascino, l'edificio si presenta come un imponente rudere, col tetto in più parti danneggiato, pericolante se non addirittura mancante, con mura lesionate o peggio ancora imbrattate da vernici varie ed invase in più punti dai rovi. Il castello si sviluppa su due livelli e mostra una muratura in pietrame informe di notevole spessore. Sono ancora visibili le torri angolari cilindriche su base scarpata tra alte cortine perimetrali, in cui si aprono alcune monofore e bifore. La forma romboidale irregolare della costruzione, con un corpo centrale allungato e con due torri circolari e una quadrata, indicherebbe un'origine longobarda. Il castello era difeso da un fossato, visibile fino a qualche anno fa, da mura e da un avancorpo. In prossimità del castello, ad una cinquantina di metri, si ergevano le antiche porte; la presenza ancora oggi di cave a cielo aperto fa inoltre ritenere che per la costruzione del castello sia stata utilizzata in prevalenza pietra locale. L'interno è composto da circa trenta stanze intercomunicanti, oltre alla prigione posta dietro il corpo di fabbrica. Il terremoto del 1962 causò notevoli danni rendendolo pericolante e, in questa occasione, furono abbattute una torre quadrata e una circolare, distruggendo così la sua parte più antica.

Se incerta è l'origine del castello, che già esisteva comunque al tempo della conquista normanna, certa è la funzione strategica della struttura, che si erge senza fondazioni sulla roccia, su di una piccola altura che sovrasta la sottostante valle. Certamente, proprio grazie a tale posizione, il castello doveva costituire il nucleo centrale attorno al quale si era andato successivamente sviluppando il piccolo borgo.

 

Castello e Torre normanna

 

In età normanna venne realizzata la torre quadrata, cioè il donjon, che fu, almeno all'inizio, l'unico edificio fortificato. Ad esso si accedeva attraverso un ingresso sopraelevato. L'esistenza della torre fin dai primi anni del XIII secolo è documentata dal ritrovamento, avvenuto durante alcuni lavori di restauro, di una lastra in travertino murata al di sopra del portale d'ingresso, con iscrizione che indica il 1216 come anno della sua costruzione.

Alle spalle della torre si costruì in seguito una piazza d'armi cinta da mura che inglobavano vari ambienti, di cui oggi sono visibili i ruderi sul lato Nord, e da altre torri minori, delle quali una è tuttora presente nell'angolo di Sud-Est. Una terza torre, demolita dopo il sisma del 1962, era situata sul lato Nord a controllo del percorso del Regio Tratturo. Cinque invece dovevano essere le porte di accesso al borgo: la Porta Vallone ad est, la Porta Beneventana ad ovest, con il ponte levatoio, la Porta Carrara a nord, per il passaggio dei carri, la Porta Fontana a sud e la Portella a sud-est.

Nel 1485 il feudo di Casalbore fu venduto dalla Corte Regia alla nobile famiglia dei Caracciolo, che trasformò il maniero in dimora signorile, con la costruzione del palazzo posto sul lato Sud della corte, con vista su Via Napoli.

La struttura ebbe diverse modifiche ancora nel XVII e XVIII secolo. Nella seconda metà del Settecento il complesso già mostrava evidenti segni di cedimento, dovuti ad una lunga fase di abbandono che si accentuò nel corso degli anni.

Nel 1835 nella contrada denominata “sottocastello” restavano solo i resti “delle fabbriche dell'antico palazzo baronale”. Le mura cominciarono ad essere abbattute o inglobate nelle nuove costruzioni e un'altra torre venne rasa al suolo, mentre la torre beneventana fu fortunatamente acquisita dal Municipio.

La torre, alta oltre venticinque metri, presenta pianta quadrangolare e pareti realizzate con blocchi in pietra grigia locale. Probabilmente in un'epoca successiva alla costruzione, furono realizzati il basamento a scarpa, alcune piccole finestre e diverse feritoie. All'interno, al piano inferiore è visibile un grande camino in muratura con cornice in pietra scolpita ed una copertura voltata a botte. L'impianto originario dell'edificio era dotato anche di un camminamento interno in legno per consentire il raggiungimento della sommità della torre.


Il basamento della torre ingloba la Porta Beneventana che in origine non doveva esistere; infatti queste strutture erano solitamente costituite da una cisterna per l'acqua al piano terra e da vari livelli sovrapposti, ripartiti da solai lignei.

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