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lunedì 29 ottobre 2012

Bagnoli Irpino casa del Tartufo
 
 
 
Nella prima metà dell’Ottocento il naturalista Carlo Vittadini classificò un tartufo molto apprezzato nei secoli dalle nostre popolazioni e che ha il suo habitat naturale nel comprensorio dei Monti Picentini, associato prevalentemente a pianta di faggio o di pino nero, tale tartufo fu denominato: “Tuber mesentericum Vitt” o “Tartufo nero di Bagnoli”.
E’ un tartufo dall’ odore penetrante; il suo nome scientifico deriva etimologicamente dal greco “Mesenterion”( mesenterio), membrana che avvolge l’intestino tenue che all’altezza dell’ombelico presenta la caratteristica invaginazione; il peridio del tartufo ha l’analogo infossamento nella sua parte più pianeggiante.
 Negli ultimi anni questo tartufo sta incontrando sempre più il favore del pubblico e la fascia degli estimatori, prima confinata solo alle provincie meridionali, recentemente si è estesa alle regioni del nord Italia e all’estero (Germania, Gran Bretagna).
Da anni, nell’ambito dei programmi delle sagre autunnali nell’ultimo week-end di ottobre, a Bagnoli Irpino si tiene una mostra mercato di questo pregiato prodotto con un successo di pubblico sempre crescente.
La produzione di Tuber mesentericum, stimata qualche anno fa dal nostro Comune, si aggira intorno ai 15.000 kg a stagione.
 
Il “Tuber mesentericum” Vitt. (Tartufo nero ordinario, o tartufo nero di Bagnoli ). Il T. mesentericum è presente sui Monti Picentini in terreni a pH sub-acido o neutro sotto varie piante quali il faggio, il carpino, il nocciolo selvatico, ma anche sotto conifere da rimboschimento (pino nero). La raccolta dei tuberi viene fatta in autunno-inverno fino a primavera. Il carpoforo o corpo riproduttivo è irregolarmente rotondeggiante, di solito della grandezza di un uovo o poco più. Ha scorza bruno-nerastra con verruche piramidali non molto grandi, screpolate e poco rilevate. La polpa (gleba) varia dall'ocra al bruno e al grigio ed è marmorizzata da venature bianche. Allo stato maturo emana un odore forte, caratteristico, di alcool iodato, inebriante e stimolante allo stesso tempo. Il sapore è squisito, gradevole, morbidamente amaro, molto appetitoso; per assaporare il suo aroma andrebbe consumato crudo, a fettine sottilissime, sparse su mille pietanze, al sapore delle quali si amalgama, conferendo all'insieme un gusto nuovo ed inimitabile. Ottimo commestibile, ricercato da buongustai e da tutti i poeti della gastronomia, oltre per la sua prelibatezza, va sempre più incontrando i favori di un pubblico vasto e composito anche per le sue quotazioni più accessibili.
 

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