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domenica 13 maggio 2012

Fari della Campania

Sono nove in Campania i fari presidiati. Si possono visitare solo tramite permesso (non facile) della Marina. Si parte da Capo Miseno nella baia Flegrea, dove anticamente stazionava la flotta imperiale romana. Si prosegue per importanza, con la torre bianca di Castellammare, seguita dalla lanterna (non presidiata) dello scoglio del Vervece a Massa Lubrense, poi Punta Campanella, Capo d'Orso, Salerno, punta Licosa e Capo Palinuro. Fondamentale è anche il dispositivo di Punta Imperatore a Ischia.

Il faro di Punta Carena è situato nell'isola di Capri sul capo omonimo a circa 3 km a sud-ovest di Anacapri.
Il faro è attivo dal 1867. La sua costruzione è iniziata nel 1862 su progetto degli ingegneri borbonici ed è tra i maggiori fari d'Italia per dimensioni e potenza, dopo quello di Genova.
È costituito da una torre ottagonale in muratura con lanterna e galleria, posta sopra un edificio di due piani per il farista. Il faro è stato ridipinto recentemente e ora è bianco con strisce verticali rosse. La casa del custode è di colore rosso.
Il faro è dotato di un'ottica rotante che emette lampi di luce bianca con periodo di 3 secondi. Il piano focale si trova a 73 metri sul livello del mare. Il faro ha una portata di 25 miglia marine (circa 46 km), ed è pertanto definito faro d'altura.
Il faro fa capo al Comando di Zona Fari della Marina Militare con sede a Napoli (che si occupa di tutti i fari del Tirreno meridionale), Reggenza di Capri.

La Torre di Capodiferro fu una torre costiera edificata lungo le coste del Mar Tirreno, presso il fiume Garigliano, nel X secolo, distrutta nel XX.
Fu edificata su preesistenti fondazioni romane in opus reticulatum[1] sulla sponda sud del Garigliano dal principe longobardo Pandolfo Capodiferro tra il 930 e il 960. Fu anche identificata nelle antiche mappe come "Turris ad Mare". La fortificazione serviva a sorvegliare la foce del fiume da eventuali attacchi dei Saraceni. Faceva parte di un articolato sistema di torri simili edificate lungo tutta la linea di costa e nell'immediato interno, che attraverso l'accensione di fuochi o segnali acustici avvertivano le genti delle città interne della presenza o meno di eventuali truppe ostili.

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