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mercoledì 9 maggio 2012

Bioedilizia, ritornano i mattoni in terra cruda

In antichità questo tipo di laterizi erano gli unici utilizzati, poi i Romani scoprirono che si potevano ottenere dei mattoni più leggeri cuocendoli e lentamente l’uso dell’argilla cruda è stato relegato ai soli paesi non industrializzati, soprattutto dell’area sub sahariana e in parte dell’Asia dove molti edifici vengono ancora costruiti con questo vecchio metodo.
 La preparazione dei mattoni avviene impastando e pressando l’argilla alla quale vengono aggiunte anche fibre vegetali come paglia, canapa o canne, vengono poi essiccati al sole e quindi non viene immesso CO2 nell’atmosfera durante tutto il ciclo produttivo.
 Il prodotto finito presenta un ph neutro e per questo motivo viene ritenuto ideale dalla bioedilizia che lo utilizza per murature, pavimentazioni, inoltre possiede la proprietà di trasmettere calore e riduce notevolmente gli sbalzi termici tra l’interno e l’esterno.



 I mattoni in argilla cruda sono dunque ecologici, non inquinano, sono in grado di assicurare un buon isolamento acustico, proteggono dai campi elettromagnetici e assorbono fumi e odori.
 Decisamente paiono essere il materiale ideale per l’ecosostenibilità delle nostre case, ma in Italia la legislazione vigente non consente di edificare abitazioni interamente costruite con questo tipo di laterizi, il loro uso deve essere limitato, perciò vengono impiegati per completare case con struttura in legno.

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