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martedì 8 maggio 2012

Bioedilizia, poco conosciuta al Sud
C'è un settore dell'economia che vede il bosco come una fabbrica di materie prime per l'edilizia. Non solo legno ma canapa, fibra di cocco, paglia, canna palustre e scarti da lavorare per costruire muri e pavimenti. L'obiettivo dell'architettura sostenibile è questo: utilizzare le risorse naturali per progettare e realizzare edifici che limitino l'impatto sull'ambiente. Migliorare, attraverso l'uso razionale delle materie prime, la qualità della vita dell'essere umano, senza per questo rinunciare al comfort.
L'architettura sostenibile (detta anche green building, bioarchitettura o architettura bioecologica) progetta e costruisce edifici in grado di limitare gli impatti nell'ambiente. Piuttosto che un ambito disciplinare, l'architettura sostenibile è un approccio culturale al progetto che fa riferimento alla Baubiologie (bioedilizia) nata negli anni '70 in Germania, e che si è poi sviluppata includendo i principi ecologici e il concetto di sviluppo sostenibile.




Lo scopo del costruire è il benessere degli abitanti, inteso come uno stato psicofisico a cui concorre la salute dell'individuo, l'equilibrio socioeconomico e la cura dell'ambiente. In questa visione l’edificio non è un oggetto a sé stante, slegato dal contesto, ma parte di un sistema interattivo e dinamico che considera gli elementi naturali (terra, acqua, vento, sole, vegetazione) e sociali (identità e appartenenza ai luoghi) come materiali fondamentali del progetto. La Bioedilizia e l'utilizzo di elementi naturali permette di vivere a stretto contatto con legno e collanti naturali. In modo da mantenere l'equilibrio del vivere.

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