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mercoledì 28 novembre 2012

'Nuovi pericolosi insetti di recente introduzione in Campania
 

 
 
A causa della globalizzazione dei mercati e' aumentato considerevolmente il rischio dell'introduzione di nuovi parassiti. Per evitare si verifichi nuovamente quanto accaduto con il cinipide del castagno occorre lavorare ed investire sempre piu' sulla prevenzione". Cosi' Daniela Nugnes, consigliere del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro per l'Agricoltura nel corso del seminario 'Nuovi pericolosi insetti di recente introduzione in Campania', che si e' svolto questa mattina presso la sede della Regione all'isola A6 del Centro direzionale di Napoli.

"L'anno scorso - ha aggiunto la Nugnes - e' stato stilato un protocollo di intesa con gli enti della ricerca e della sperimentazione in agricoltura presenti in Campania per il contrasto alle emergenze. Su questa strada dobbiamo insistere. E' fondamentale, infatti, continuare a formare gli addetti ai lavori al fine di affianca gli imprenditori agricoli nel contrasto ai rischi e nelle procedure da seguire". Il workshop ha fatto il punto della situazione sulla tignola del pomodoro, la rhagoletis completa (nota anche come mosca del noce), la drosophila suzukii e l'ultimo insetto avvistato in ordine di tempo, ossia l'aromia bungii che arriva dall'Oriente (Cina e Corea).
 

 

Nel corso delle attivita' di monitoraggio e sorveglianza del territorio condotte dal personale del Servizio fitosanitario della Regione Campania ne e' stata rinvenuta la presenza sia in alcune aziende che in qualche giardino privato nei quartieri napoletani di Fuorigrotta, Soccavo, Astroni e a Pozzuoli in via Campana su piante di albicocco e susino. Al momento sono una decina gli avvistamenti anche se, quotidianamente, proseguono i monitoraggi degli ispettori fitosanitari che stanno perlustrando l'intero territorio regionale alla ricerca di altri eventuali focolai

 
Tignola del pomodoro
 
 
 
 
E’ un piccolo lepidottero gelechide, originario del Sud America,  causa gravi danni alla coltura del pomodoro, sia in coltura protetta che in pieno campo, ma risulta dannoso anche per patata, tabacco , melanzana  e peperone. La specie è giunta da pochi anni in Europa (Spagna, 2006) diffondendosi rapidamente nell’area mediterranea (Algeria, Marocco, Corsica, Italia,Tunisia). E’ oggi presente in quasi tutte le regioni italiane del Centro Sud e nelle due isole maggiori ed è probabile che la sua espansione prosegua a rapide tappe fino ad interessare l’intero territorio italiano.
 
L’insetto ha un elevato potenziale riproduttivo e può svolgere numerose generazioni (fino a 10-12 all’anno) che, in assenza di fattori limitanti, tendono a sovrapporsi. Il suo ciclo biologico ha una durata strettamente legata alle temperature: quando queste sono particolarmente favorevoli, attorno ai 30°C, una generazione può durare soltanto 29-30 giorni. Gli adulti volano al crepuscolo e di notte, di giorno rimangono invece nascosti fra la vegetazione. Le uova vengono deposte sulle foglie e, in misura minore, sul fusto. A maturità le larve abbandonano le piante attaccate e si lasciano cadere a terra dove si incrisalidano.
Le larve attaccano tutte le parti aeree della pianta, con grave danno per la produzione.
 
Inizialmente il danno fogliare può essere confuso con quello provocato da altri fillominatori  ma, in seguito, le gallerie scavate dalle larve nel mesofillo si allargano a formare chiazze molto ampie ed evidenti che interessano l’intera superficie fogliare. Le foglie attaccate assumono un caratteristico aspetto traslucido, mentre i germogli appaiono erosi. Quando raggiungono l’ultima età, le larve abbandonano le foglie e si spostano sul fusto e sui frutti. Le bacche vengono generalmente attaccate dopo l’allegagione, possono cadere precocemente oppure divenire non commerciabili a causa delle gallerie scavate in diversi punti del frutto cui segue lo sviluppo di patogeni secondari. Nei casi più gravi, le infestazioni possono causare perdite di produzione fino al 100%.

Per la definizione delle più idonee strategie di difesa, a livello nazionale sono state messe a punto delle “linee guida” incentrate sul reale rischio di danno in funzione della presenza del fitofago accertata con trappole a feromoni.

 

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