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mercoledì 14 novembre 2012

L’agricoltura che vogliamo l’Italia che sognamo


Presso il Belvedere di San Leucio in Caserta si è tenuto il Convegno promosso da Confagricoltura Caserta dal tema “L’agricoltura che vogliamo l’Italia che sognamo”. Numerosa la partecipazione degli addetti ai lavori: rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni professionali, dei sindacati, del mondo delle professioni; funzionari pubblici; aziende agricole.

Il convegno, moderato da Michele Pannullo quale Presidente di Federcampania, è stato caratterizzato, in successione, da interventi:

di Antonio Marulli, presidente uscente di Confagricoltura Caserta, il quale ha ripercorso i temi salienti affrontati durante il suo mandato insistendo sulla necessità di tutela delle produzioni tipiche delle nostre zone e dell’ambiente;

di Raffaele Puoti, attuale Presidente di Confagricoltura Caserta, che ha rivendicato il valore aggiunto e intrinseco delle produzioni agricole locali e la tradizionale esperienza degli imprenditori agricoli di Terra di Lavoro. Il Presidente rappresentato la necessità e la consapevolezza degli agricoltori casertani di dover porre in essere nelle proprie aziende processi di maggior organizzazione, modernizzazione e innovazione tecnologica in uno ad azioni volte ad una maggiore integrazione e peso all’interno della filiera alimentare. Attività che comportano investimenti di risorse economiche. A tal proposito, il Presidente Puoti, in aggiunta, ha espresso la necessità e l’indispensabilità dei sostegni economici e finanziari, siano essi Comunitari, Statali o Regionali, per la crescita delle aziende agricole, ma che detti aiuti, con la riscrittura della PAC, devono essere concessi, esclusivamente, agli agricoltori attivi. Coloro i quali coltivano e producono nel rispetto e nella tutela del territorio.
 

 
L’On Paolo Russo, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha rappresentato i complessi scenari che si prospettano agli operatori del settore affermando che molto dipende dagli stessi, bisogna sceglier quale ruolo affidare alla politica comune e razionalizzare il sistema degli interventi.
Entrando nello specifico locale ha confermato l’entrata in vigore della normativa che impone lo stabilimento distinto per la produzione della mozzarella di bufala campana dop e la tracciabilità del latte di bufala, invitando gli attori della filiera a trovare una linea comune nel rispetto delle caratteristiche tradizionali del prodotto. L’On. Russo ha concluso il suo intervento affermando che la nomina dell’On. Daniela Nugnes a Consigliere per l’Agricoltura della Regione Campania risulterà una scelta vincente e che il Suo impegno potrà garantire efficienza alla Regione Campania e migliorare il livello degli interventi in favore del settore agricolo.

Nel suo intervento l’On. Daniela Nugnes, ringraziando per gli attestati di stima espressi, riconosce come Sua l’intenzione di utilizzare al meglio le strutture regionali, lasciando a loro l’analisi e la ricerca di soluzioni in stretto contatto con le organizzazioni professionali e riservandosi la valutazione politica delle scelte.
 



Il metodo permetterà di affrontare contemporaneamente le innumerevoli criticità che sono al momento sui tavoli regionali.

Per l’allevamento bufalino l’On. Nugnes insiste sulla necessità di tracciare le produzioni di latte ed instere sui controlli per la produzione di mozzarella dop degna di questo nome e riconoscimento, aprendo alla istituzione di un tavolo tecnico per affrontare tutti glia spetti più controversi.

Conclusivo è stato l’intervento del Presidente di Confagricoltura Mario Guidi, presente per suggellare il passaggio di consegna tra Antonio Marulli e il neo Presidente Raffaele Puoti per la guida di Confagricoltura Caserta.

Il momento è indubbiamente particolare e difficile e se debbo dire che il Governo ha una attenzione per il settore agricolo direi una bugia: da questo governo abbiamo avuto l’IMU sui beni strumentali che non trova alcuna giustificazione –ha affermato Mario Guidi.
Però è giusto riconoscere che la credibilità internazionale e cresciuta e finalmente a livello comunitario si affrontano le modifiche della Politica comune con decisione.

Ma il nodo da risolvere è tutto nazionale: non è ammissibile per i PSR accreditare presso la UE venti Regioni. La Politica Agricola Comune dovrà avere un unico programma nazionale che potrà ammettere delle specificità locali, non è più possibile avere complesse misure di finanziamento che non garantiscono  nemmeno neanche il riconoscimento agli agricoltori delle provviste comunitarie. Guardando gli indicatori economici si comprende come l’agricoltura assicuri più di altri settori il ritorno degli investimenti e come cresca l’occupazione sempre più qualificata e giovanile. Il settore agricolo come quello turistico sono delle vere potenzialità inutilizzate o male utilizzate che potrebbero garantire lavoro e reddito.

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