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giovedì 17 gennaio 2013

Sistema Italia, nuovi strumenti per il rilancio dei prodotti del Sud
 
Il Sistema Italia potrà generare, entro i prossimi tre anni 150 miliardi di euro di export.Lo prevede il piano per le esportazioni 2013-2015 presentato dal Ministero dello Sviluppo economico. Il piano tra le tante cose prevede una maggior sinergia tra le figure economiche che devono sostenere le imprese nella loro attività promozionale estera.
Attualmente, secondo i dati Istat, l'Italia batte la Germania e la Francia nella corsa all'export.Il prodotto agroalimentare campano esportato nel terzo trimestre del 2012 ha raggiunto 2,1 miliardi di euro, superando la quota dell'export complessivo del 2011 attestatasi a 1,9 miliardi di euro.
Per cavalcare l'onda economica, i vari patti territoriali devono fare sistema unendo le proprie sinergie per muoversi come soggetto unico sia sul territorio che sui mercati esteri.
Uno dei segmenti agricoli campani che sista muovendo in tal senso è quello legato al distretto del pomodoro da industria.
Il territorio fertilissimo, a vocazione orticola, che si trova intorno a Napoli, l’agro sarnese nocerino, fino a vent’anni fa era coltivato quasi esclusivamente a San Marzano: un pomodoro delicatissimo, che mantiene a lungo il suo sapore anche con la conservazione, ma che va maneggiato con cura. Una grave virosi distrusse i raccolti e, in seguito, la riconversione di molti campi a floricoltura e la costruzione di serre, ridimensionò di molto la sua coltivazione. Da allora le industrie che producono “pelati” hanno iniziato ad acquistare ibridi più resistenti alle lavorazioni meccaniche. Il pomodoro san marzano si coltiva come la vite e si raccoglie in modo scalare: quattro, cinque volte ma anche di più, da luglio a settembre.
Da settimane di susseguono, sempre più stringenti, gli incontri tra le rappresentanze delle diverse categorie del settore del pomodoro da industria.
Se gli sforzi riusciranno a portare dei risultati, potrebbe nascere nelle prossime settimane un nuovo soggetto – probabilmente nella forma di un distretto interregionale.
Gli obiettivi sono sicuramente e giustamente ambiziosi: dal definire le regole di contrattazione e gli obiettivi della prossima campagna, al predisporre il monitoraggio delle superfici investite e dei quantitativi trasformati, dal verificare il rispetto delle regole concordate con la supervisione dei soggetti pubblici che avrebbero un ruolo terzo rispetto agli operatori economici e alle rappresentanze, alle eventuali sanzioni per chi non rispetta le regole.
 
 
 

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