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martedì 22 gennaio 2013

 

6° Censimento generale dell'agricoltura, confermato il gran
risultato per il Mezzogiorno.
 

Il 6° Censimento generale dell'agricoltura è stato
effettuato dall'Istat con riferimento alla data del
24 ottobre 2010 e ha avuto luogo in un periodo
complesso per l'agricoltura italiana influenzata
fortemente dalla crisi economica.
Dal censimento risultano essere presenti al Sud
circa 691.281 aziende agricole. La dimensione delle
aziende cresce in tutte le Regioni e Province
autonome. I maggiori incrementi si registrano
nell'Italia insulare e nel Centro.Nell'ultimo
decennio il settore zootecnico ha subito la negativa
influenza della forte concorrenza internazionale
delle regolamentazioni di mercato e delle periodiche
crisi dovute ad emergenze sanitarie. In Campania le
aziende individuali sono l'87,4 % e il 4,2% sono
società.Il tipo di utilizzo dei terreni agricoli non
muta sostanzialmente rispetto a dieci anni fa.Le
aziende con allevamenti ovi-caprino e bufalino si
concentrano al Centro-Sud. In Campania sono presenti
 il 10,7% dell'allevamento zootecnico nazionale. Il
settore bufalino presenta un incremento sia nel
numero di aziende che nel numero di capi allevati.Le
aziende biologiche nel nostro Paese risultano 44.455
ed il Sud presenta una alta percentuale di aziende
agricole e zootecniche che adottano una conduzione
biologica.Gli investimenti per la produzione di
energia da fonte rinnovabile interessano il 12%
delle aziende del Sud.
Secondo i dati Istat sugli allevamenti bufalini
campani risultano essere presenti sul territorio
circa 1400 aziende. La provincia di Caserta presenta
circa 940 aziende con una crescita del 4%. La
provincia di Salerno presenta circa 420 aziende con
un incremento negli ultimi 10 anni del 15%. Piccole
variazioni presentano le province di Napoli e
Benevento con numeri di modesta entità mentre la
provincia di Avellino segna un incremento maggiore
di aziende con un raddoppio delle fattorie.Il dato
rispecchia l'ottimo andamento del settore legato
alla produzione del prodotto Dop mozzarella di
Bufala Campana.
Nel comparto dell'allevamento di suini i dati Istat
mostrano un crollo del settore con piccole nicchie
che resistono lì dove si sta tentando di
salvaguardare e rilanciare un prodotto gastronomico
di qualità come il maialino nero del casertano o la
produzione di prosciutto crudo del laceno.
Nella produzione del prodotto Tabacco il dato
fornito dall'Istat mette in evidenza la crisi che ha
colpito il settore in Campania con nicchie di
produzione che tentano di resistere tra il casertano
ed il beneventano con un numero di aziende che
supera quota mille ma presenta gravi disagi per il
mantenimento della filiera così come ci hanno
mostrato in questi anni le lotte sindacali del
comparto.
Nella produzione del pomodoro, i dati cimostrano un
numero di aziende più alto nella zona del nocerino
sarnese (napoli-salerno) rispetto alle altre
province.
Nella coltivazione di fiori in serra, la provincia
di Napoli la fa da padrone con un numero di aziende
elevatissimo rispetto alle altre zone, vuoi anche
per la vastissima produzione lungo le pendici del
Vesuvio.
Nel comparto oleario le cifre che il dato Istat ci
fornisce è un dato molto buono con una flessione tra
il 16 e il 25%. Le aziende olearie attualmente
mirano alla produzione di un prodotto di alto
livello igp e Dop con grandi soddisfazioni
internazionali.
Per il comparto degli agrumi troviamo una forte
vocazione nell'area del salernitano con lo sfuso di
Amalfi coltivato lungo le coste.
Castagneti e noccioleti presentano una forte
vocazione dei territori irpini, salernitani e del
complesso del Roccamonfina con leggere flessioni
dovute al costo della raccolta e ai parassiti che
stanno ostacolando la produzione.

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