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lunedì 9 luglio 2012

Alimentazione, Ricerca e Salute, l’Italia taglia dove l’Europa investe

Mimmo Pelagalli

Ai primi di giugno i dipendenti della sede di Roma dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione inviavano un comunicato stampa, nel timore che l’ente potesse essere soppresso dalla spending review. Oggi l’ente è stato soppresso e – pur con l’attribuzione al Cra della principale missione dell’Inran, la ricerca di base sulla nutrizione e gli alimenti, restano intatte le preoccupazioni espresse allora dai ricercatori dell’ente: “La comunità scientifica dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran), sede di Roma, ritiene paradossale che il lavoro di ricerca svolto da più di 50 anni per migliorare la qualità degli alimenti e per tutelare il consumatore sia considerato uno spreco da tagliare – esordiva il comunicato, che sottolineava come “l’Europa, nonostante la crisi, sta mettendo risorse proprio sulla tematica dell’alimentazione e prevenzione delle malattie croniche. Per la sua identità storica, per le sue ricerche svolte nell’ambito di progetti nazionali, e internazionali e l’attuale partecipazione a tre reti di eccellenza Europee, l’INRAN è uno degli Enti di riferimento per questa attività internazionale, dalle benefiche ricadute anche per la salute dei cittadini italiani.” E fin qui siamo al paio coi tagli all’istruzione pubblica e all’università. Ma c’è anche il conflitto d’interessi: “La ricerca in nutrizione deve essere pubblica, perché solo il finanziamento pubblico, nazionale e internazionale, permette di non dover rispondere a logiche produttive o di interesse particolare. Proprio nel Paese della Dieta mediterranea – sottolineava il comunicato – si mette in discussione l’utilità dell’INRAN, nonostante sia nota a tanti la sua attività nelle scuole per educare i bambini ai principi e all’importanza di un’alimentazione equilibrata e nella popolazione generale per ricondurre gli adulti ad uno stile di vita più corretto.”
Morale: ora chi farà ricerca per l’alimentazione? I privati? E con quali interessi nel piatto? Salomonicamente il Ministero ha attribuito le funzioni di ricerca nel campo dell’Alimentazione e della Nutrizione al Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, che però si occupa più di tematiche produttive. E’ un ente, pure dalla missione lodevole beninteso, ma proprio perché più vicino al mondo della produzione agricola, più influenzabile dal mondo dell’impresa, che non sempre ama la ricerca nutrizionale, pronta a dare bacchettate in nome della salute.
“Le conoscenze scientifiche in ambito nutrizionale costituiscono una risorsa immateriale per l’Italia, uno dei beni comuni da proteggere – avverte il personale Inran – la ricerca va resa più efficace; ma tagliarla per risparmiare nell’immediato, non solo sarebbe eticamente inaccettabile, ma addirittura fallimentare in termini economici per l’aggravarsi della spesa sanitaria nel medio termine”.

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