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venerdì 29 marzo 2013

Vigneti italiani bene rifugio del mondo finanziario
 
 
 
Dal Nord al Sud, ecco la nuova “capital map” del Vigneto Italia, sempre più oggetto di investimenti anche in tempo di crisi. Storicamente, a fare la parte del leone grandi gruppi finanziari ed industriali degli Stati Uniti, seguiti da Brasile e Russia, mentre aumenta l’interesse della Cina. Protagoniste del fenomeno anche star della musica come Sting e Mick Hucknall dei Simply Red.
l’Italia del vino, nonostante la crisi economica, continua ad attirare capitali, soprattutto dall’estero. I territori e le aziende del vino made in Italy si confermano realtà a cui il mondo finanziario ed imprenditoriale guarda ormai come ad un bene rifugio, paragonabile all’oro. Un fenomeno sempre più d’attualità, tra i tanti al centro del dibattito di Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del settore, di scena a Verona dal 7 al 10 aprile.
Il vino italiano, forte del successo legato all’export, è ormai primo per il rapporto qualità/prezzo, la ricchissima articolazione delle sue tipologie e l’immagine. E l’Italia resta decisamente il contesto migliore per fare business con il vino.
Per il professor Stefano Cordero di Montezemolo, direttore dell’European School of Economics di Milano e Firenze «queste tendenze dimostrano che il mondo del vino ha retto la crisi meglio di altri e lo ha fatto perché non è solo business, ma anche paesaggio, storia, popolo, cultura. I capitali stranieri possono essere un’opportunità per i territori se si creano disponibilità e apertura tali da contribuire alle trasformazioni richieste dalle moderne logiche della competizione in un settore che non può più vivere solo di qualità del prodotto».
Gli esempi di investimenti non mancano, sia da parte di grandi gruppi finanziari ed industriali più attenti all’aspetto produttivo, sia da chi guarda al valore aggiunto immobiliare e al patrimonio fondiario per costruire o ricostruire un’impresa vitivinicola tra le colline dei terroir più importanti. Basti pensare al passaggio, nel 2011, di due colossi come la toscana Ruffino nelle mani americane di Constellation Brands e la piemontese Gancia in quelle di Russian Standard Corporation. O a Soleya International Corporation di Panama che ha comprato Tenuta Oliveto a Montalcino, o ancora ad Alejandro Bulgheroni, imprenditore argentino del petrolio, neo proprietario di Poggio Landi a Montalcinoche ha anche acquisito la tenuta di Dievole nel Chianti Classico.
Dalla fine degli anni ’70, quando la famiglia italo-americana Mariani fondò a Montalcino Castello Banfi, sono state tante le realtà vinicole che, soprattutto, ma non solo, in Toscana, sono state protagoniste di un “capital gain” dall’estero, in particolare dal mondo anglo-americano, E’ stato l’americano Louis Camilleri, alla guida di Altria Group Inc, la holding che controlla il gruppo Philip Morris, ad acquistare, a Montalcino, villa & tenuta “Il Giardinello”, mentre La Porta Vertine di Gaiole in Chianti, dal 2006, è degli imprenditori americani Dan ed Ellen Lugosh e la cantina Capannelle di James B. Sherwood, fondatore del gruppo Orient - Express Hotels.
Ma i vigneti italiani hanno estimatori anche tra i big dello star system internazionale: in Toscana, tra il Chianti e il Valdarno, c’è Tenuta il Palagio dove, dal 2003, l’ex leader dei Police, Sting, produce vino. E un altro big della musica internazionale, Mick Hucknall, voce dei Simply Red, nel 2002 ha comprato vigneti in Sicilia dove ha creato la sua tenuta Il Cantante. Nel 2000 era stato invece Richard Parsons, ex ad della Time Warner ad acquistare la tenuta Il Palazzone a Montalcino.
Sono questi solo alcuni dei casi che raccontano l’appeal del vino italiano all’estero che oggi attira anche l’interesse delle economie emergenti. Come la Cina, che potrebbe arrivare. Se, infatti, diversi imprenditori o gruppi cinesi hanno già investito nel vino anche fuori dai confini nazionali, in Francia, ma anche negli Stati Uniti e in Australia, c’è da pensare che sia solo questione di tempo prima che il Celeste Impero pianti qualche bandierina pure nel Bel Paese.
MADE IN ITALY: E’ ALLARME SIMILGRANA, IMPORT RADDOPPIA IN 10 ANNI
 
 
Negli ultimi dieci anni sono raddoppiate le importazioni in Italia di formaggi simil-grana che fanno concorrenza alla produzione nazionale di Parmigiano Reggiano e Grana Padano a denominazione di Origine Protetta (Dop).
 I similgrana - rileva la Coldiretti - sono arrivati in Italia soprattutto dall’Europa a partire dalla Germania (8,3 milioni di chili) e dalla Repubblica Ceca (8,1 milioni di chili) anche se in forte crescita risulta essere l’Ungheria dalla quale sono giunti ben 2,7 milioni di chili pari al 10 per cento del totale delle importazioni. Volumi addirittura superiori di questi formaggi che spesso hanno anche una assonanza fonetica con quelli nazionali e sono purtroppo destinati a Paesi diversi dall’Italia, in Europa e fuori, togliendo spazio di mercato al Parmigiano e al Grana.
E’ imbarazzante notare - sostiene la Coldiretti - che nella realizzazione di questi prodotti di imitazione siano implicate spesso imprese italiane ed anche chi per ruolo avrebbe il compito di tutelare le denominazioni originali, dal quale dipende il futuro di interi territori e migliaia di allevamenti e caseifici. La somiglianza di tali codici doganali con quelli del Parmigiano-Reggiano e del Grana Padano (04069061), unitamente alla identica descrizione tecnica dei prodotti, crea una similarità fra prodotti caratterizzati, invece - sottolinea la Coldiretti - da diversa origine e qualità perché i similgrana non devono rispettare i rigidi disciplinari di produzione approvati dall’Unione Europea.
Il rischio è che - denuncia la Coldiretti - i similgrana vengano scambiati dai consumatori come prodotti Made in Italy perché vengono spesso utilizzati nomi, immagini e forme che richiamano all’italianità, ma anche perché appare il bollo Ce con la “I” di Italia se il formaggio viene semplicemente confezionato in Italia. Un inganno nei confronti del quale - conclude la Coldiretti - occorre immediatamente intervenire per salvaguardare il lavoro di migliaia di allevatori italiani impegnati in una produzione unica che rappresenta l’immagine del made in italy nel mondo.
Con la nuova legge sul doppio stabilimento per la produzione di mozzarella di bufala campana Dop si corre il rischio di distruggere la filiera e dare man forte a produttori disonesti che con la complicità di paesi esteri possono invadere il mercato internazionale con surrogati ingannevoli.
SALVIAMO LA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP



Un appello alla mobilitazione per salvare la mozzarella di bufala campana Dop. A lanciarlo è il Consorzio di Tutela, a seguito dell’approvazione del decreto che obbliga gli operatori inseriti nel sistema di controllo della Dop a produrre Mozzarella di Bufala Campana in stabilimenti esclusivamente dedicati a tale produzione. Un provvedimento che mette in pericolo la stessa sopravvivenza della mozzarella a marchio Dop, dal momento che da luglio (data in cui entrerà in vigore la legge) molte aziende si vedranno costrette alla scelta di abbandonare la Dop per dedicarsi alla produzione di formaggi non certificati, prodotti con latte bufalino anche di altra provenienza, di costo e di qualità inferiori.
“Salviamo la Mozzarella di Bufala Campana Dop” è lo slogan scelto per la petizione popolare. Ecco il testo completo dell’appello:
“I tesori si tramandano, non si distruggono. A causa di una legge assurda, la Mozzarella di Bufala Campana Dop è destinata a scomparire a partire dal 1 luglio. Aiutaci a salvare uno dei più grandi prodotti italiani. Aiutaci a non perdere un simbolo del Sud che lavora e che produce. Non permettere che le future generazioni non conoscano una delle cose più buone del mondo. Firma la nostra petizione”.
L’invito è rivolto a chiunque abbia a cuore il destino della mozzarella e della filiera bufalina: dai rappresentanti delle istituzioni agli chef, dai foodies ai consumatori.
“Sono già 44 le aziende aderenti al Consorzio di Tutela – fa sapere il direttore Antonio Lucisano – che ci hanno comunicato che dall’1 luglio non produrranno più mozzarella di bufala Dop, a causa dell’entrata in vigore delle nuove norme. Si tratta di aziende che rappresentano circa il 63 per cento della quantità di prodotto certificato. Inoltre sono tanti anche gli attestati di solidarietà che ci pervengono in queste ore. Tutti ci chiedono di fare ogni sforzo per salvaguardare il futuro di un prodotto unico. Per questo abbiamo ideato l’iniziativa, che stiamo diffondendo innanzitutto via web, chiedendo il massimo sostegno”.
È possibile firmare la petizione on line sul sito del Consorzio di Tutela
www.mozzarelladop.it e sui profili facebook (Fanpage: Mozzarella di Bufala Campana DOP) e twitter (@Mozzarella_DOP).

giovedì 14 marzo 2013


OLIO: PREMIO SIRENA D’ORO, SUL PODIO DOP GARDA, DOP CANINO E DOP SARDEGNA
 
 
 
Dop Garda, Dop Canino e Dop Sardegna gli oli vincitori dell’11ma edizione del Premio Sirena d’Oro, il concorso nazionale dedicato agli oli dop – e da quest’anno anche igp – promosso dalla Città di Sorrento in collaborazione con Unaprol e FederDop Olio.
Gli oli giudicati migliori nelle tre categorie del Premio – fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso – sono stati resi noti nel corso di un convegno che si è svolto a Roma, presso la Sala delle Mercede di Palazzo Marini (Camera dei deputati), alla presenza del presidente della commissione Agricoltura della Camera, on. Paolo Russo, della sen. Colomba Mongiello dell’Ufficio di presidenza di Palazzo Madama, del sindaco e vice sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo e Giuseppe Stinga, del consigliere delegato della Regione Campania per l’Agricoltura, Daniela Nugnes, del presidente di Unaprol, Massimo Gargano, del presidente di FederDop Olio, Silvano Ferri, e del presidente dell’Aifo Piero Gonnelli.
Nella categoria fruttato leggero la Sirena d’Oro è stata assegnata all’azienda agricola Riva del Garda con la Dop Garda – Trentino, la Sirena d’Argento all’azienda agricola Tommaso Masciantonio con la Dop Colline Teatine, e la Sirena di Bronzo a Redoro Frantoi Veneti con la Dop Veneto.
L’Azienda Agricola Laura De Parri con la Dop Canino si è aggiudicata la Sirena d’Oro nella categoria fruttato medio. Nella stessa categoria, Sirena di Bronzo all’Azienda Biancheri con la Dop Colline Pontine e Sirena di Bronzo all’Az. Agricola Marfuga con la Dop Umbria – Colli Assisi Spoleto.
La Sirena d’Oro nella categoria fruttato intenso è stata attribuita alla Cooperativa agricoltori Valle del Cedrino con la Dop Sardegna. La Sirena d’Argento è stata vinta dall’azienda agricola biologica Titone con la Dop Valli Trapanesi. I Frantoi Cutretra con la Dop Monti Iblei – Gulfi si sono aggiudicati la Sirena di Bronzo.
Gli oli in gara in questa edizione sono stati 178, in rappresentanza di 37 aree dop e igp. I quindici oli ammessi alla selezione finale sono stati scelti da due giurie di preselezione con la partecipazione di 36 assaggiatori. Una giuria di 19 capi panel ha successivamente decretato i 9 oli vincitori.
La consegna dei premi avverrà a Sorrento, in occasione della terza edizione della Borsa Valori del Territorio, kermesse in programma dal 25 al 28 aprile, in cui gli oli dop e igp saranno protagonisti di percorsi enogastromici tra gusto, storia e tradizione.
Borsa Valori del Territorio



La "Borsa Valori del Territorio - vetrina dei prodotti tipici e degli oli dop" farà da cornice alla premiazione dei vincitori della decima edizione del premio Sirena d'Oro, il concorso nazionale riservato agli oli dop. La location  dell'esposizione è piazza Andrea Veniero, nella quale dal 28 aprile al primo maggio saranno allestiti stand che ospiteranno aziende dell’agroalimentare e i consorzi di tutela dell’olio dop. Tra gli appuntamenti in programma, un convegno sul tema “Dieta Mediterranea, cultura del territorio, cultura della salute”, degustazioni guidate di prodotti tipici, giochi di didattica e comunicazione rurale destinati a bambini, famiglie e turisti, momenti di spettacolo, e un evento speciale che vedrà protagonisti gli chef della penisola sorrentina. La Borsa Valori del Territorio è quest'anno dedicata alla Dieta Mediterrena. Un omaggio al modello nutrizionale che l'Unesco nel 2010 ha proclamato quale patrimonio immateriale culturale dell'umanità. Di questa "cultura" mediterranea, costituta da un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, la costiera sorrentina è tra i modelli di riferimento con i suoi prodotti tipici e le sue specialità culinarie.
FROMAGES D'ITALIE, NUOVI EVENTI IN FRANCIA
 
 
Fromages d’Italie, il progetto di promozione e comunicazione per l’alta ristorazione francese creato dai Consorzi Dop Mozzarella di Bufala Campana, Asiago, Gorgonzola, e Parmigiano Reggiano torna protagonista di due importanti appuntamenti: dal 17 al 19 marzo, al Festival Omnivore di Parigi, indiscusso congresso della cucina contemporanea francese e dal 23 al 24, a Le Grand Marché des AOC-AOP-IGP di Bourg-en-Bresse,  vivace ed emergente capitale culinaria d’oltralpe.
A Parigi, Fromages d’Italie sarà l’unico rappresentante del Belpaese presente al Festival Omnivore, in programma dal 17 al 19 marzo. Considerato l’appuntamento più importante al mondo della giovane cucina, il Festival è il luogo privilegiato per lo scambio di esperienze e condivisione di nuovi stili e tendenze. Un laboratorio contemporaneo di confronto che avrà come partner privilegiato il progetto Fromages d’Italie, chiamato a condividere, con chef provenienti da 13 paesi, la grande tradizione dei formaggi italiani: Asiago, Gorgonzola, Mozzarella di Bufala Campana e Parmigiano Reggiano.
Condivisione, conoscenza e confronto sono i punti fermi della cucina in movimento, la cucina di riflessione che distingue il Festival Omnivore di Parigi. Valori che i quattro Consorzi promotori di Fromages d’Italie condividono e sostengono e grazie ai quali sono stati scelti come partners dell’appuntamento 2013.
Lo stesso spirito accomuna anche la presenza del progetto Fromages d’Italie al secondo appuntamento in programma nel mese di marzo, Le Grand Marché, in calendario il 23 e 24 al Parc Ainterexpo di Bourg-en-Bresse, nei pressi di Lione, dove l’Italia sarà paese ospite d’onore. Qui, Fromages d’italie sarà l’unico a rappresentare la grande tradizione dei Consorzi di Tutela Italiani nel solo salone francese dedicato esclusivamente ai prodotti Dop e Igp che riunisce, oltre ai protagonisti delle filiere produttive, chef, personalitá e amanti dei prodotti tipici e della buona cucina.
Allestito in modo suggestivo, come un vero mercato, il Salone propone un ricco calendario di attivitá complementari. Degustazioni, animazioni, seminari ma anche di dimostrazioni culinarie che vedranno protagonisti Asiago, Gorgonzola, Mozzarella di Bufala Campana e Parmigiano Reggiano e l’atteso concorso di cucina « As des AOC – AOP – IGP » nel quale un team di 3 persone (un cuoco, un foodie e una persona del pubblico) si cimenteranno nella preparazione di due piatti realizzati con alcuni prodotti scelti tra quelli presenti al Salone.
Per il presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, “Foodies, chef e consumatori francesi stanno dimostrando di apprezzare molto la capacità di fare sistema dell’Italia, che è riuscita con questo progetto a mettere insieme, con obiettivi e strategie condivise, le eccellenze del made in italy nel settore dei formaggi”.
“Negli ultimi tre anni – aggiunge Raimondo - il mercato francese, da sempre estimatore della mozzarella di bufala, ha mostrato ancora maggiore interesse verso l’unicità del nostro prodotto, soprattutto nell’alta cucina. I francesi chiedono sempre grande qualità. Ora la sfida che stiamo affrontando è quella di riuscire a rifornire ancor più adeguatamente i mercati con il prodotto freschissimo: più saremo veloci nel far arrivare oltralpe la mozzarella Dop più aumenteranno consensi e quote di mercato”.

mercoledì 13 marzo 2013

Parlamento Europeo
 
 
 
La nuova politica agricola: più verde, giusta e garanzia di sicurezza alimentare.
Per garantire un approvvigionamento alimentare stabile e di alta qualità per i consumatori europei, migliorando anche la protezione dell'ambiente, la nuova politica agricola comune (PAC) deve rendere le misure "ecologiche" obbligatorie, ma introdurre anche la flessibilità necessaria per permettere agli agricoltori di affrontare le sfide dei mercati.
Questa è la prima volta che il Parlamento ha pieni poteri legislativi, insieme agli Stati membri, per riformare la  PAC
 
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Lotta al cinipide del castagno


 
Mentre sono in corso di definizione le attività di lotta biologica al cinipide
per il 2013, il Ministero delle Politiche agricole ha reso disponibili le
relazioni annuali  relative ai centri di moltiplicazione di Torymus sinensis
per la lotta al cinipide galligeno del castagno, finanziati e realizzati nel
corso del 2012 nelle diverse regioni.
Le attività, finanziate dal Mipaaf, a cui si sono spesso aggiunte le risorse
proprie delle regioni, si sono sviluppate con la realizzazione dei centri di
moltiplicazione per l’allevamento del parassitoide del cinipide del castagno,
centri fondamentali per poter ottenere il materiale biologico da lanciare
nelle zone di presenza del cinipide.
Questi centri di moltiplicazione sono stati realizzati con la consulenza
dell’università di Torino, che ha anche tenuto i corsi per addestrare il
personale tecnico sul territorio, in modo che le attività dei prossimi anni
possano essere gestite direttamente dalle regioni, alcune delle quali avevano
già avviato tale attività.
Una parte fondamentale del progetto è quella che prevede la divulgazione
presso i castanicoltori delle corrette tecniche di gestione del castagneto,
per evitare di danneggiare i parassitoidi del cinipide.
Nel territorio della regione Campania prima del 2012 vi sono state
introduzioni di  Torymus sinsensis grazie ad un progetto di ricerca coordinato
dall'Istituto per la protezione del CNR dal titolo "Progetto di studio per il
controllo ecocompatibile del cinipide del castagno".
 
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http://www.agrocampania.it/la-nuova-politica-agricola-piu-verde-giusta-e-garanzia-di-sicurezza-alimentare/
 
Azienda Agricola Biologica Barone Antonio Negri
 
 
A due passi dalla Costiera Amalfitana e da quella Cilentana, in un territorio ricco di bellezza, cultura ed archeologia, la famiglia baronale Negri possiede, in Gaiano di Fisciano (Salerno) un’antica tenuta, vicino all’ottocentesco palazzo padronale ed intorno alla casa colonica, ”La Corte”, immersa nel Parco verde dell’Irno. Monica, la figlia unica del barone Antonio Negri, ha voluto trasformare la tenuta familiare in un’azienda agrituristica biologica di charme, in memoria del padre e per consentire a tutti i suoi ospiti di godere dell’incanto, la quiete, gli antichi sapori e profumi di questo angolo verde di paradiso, che le ricorda le sue vacanze estive sin dall’infanzia
Gli antichi boschi di nocciole, castagne e noci, con la vecchia vigna, creano una immensa quinta verde attorno alla struttura ricettiva, che offre un’ospitalità familiare, la tradizionale cucina campana, la confortevole semplicità delle camere, il refrigerio della piscina, il relax di una passeggiata in giardino o di una carezza agli amati animali domestici.
La nostra cucina vive delle tradizioni delle nostre terre nonchè delle nostre famiglie.
Gran parte dei prodotti provengono dalle nostre coltivazioni e le ricette delle pietanze sono tutte autentiche campane.
Le lasagne con verdure, i ravioli di ricotta, il patè di funghi ed il cinghiale selvatico, preparati con erbe aromatiche e arricchiti con vari gustosi contorni, sono le nostre specialità, completate dai nostri famosi dolci alle nocciole.
 
 
 
Azienda Agricola Biologica Barone Antonio Negri
Via Teggiano, Gaiano di Fisciano - 84084 Salerno
Tel: +39 089 958561; Fax: +39 089 891180

lunedì 11 marzo 2013

Verso la Fiera Agricola 2013
 
 
 
Fervono i preparativi per la IX edizione di Fiera Agricola, che si terrà a Pastorano dal 24 al 28 Aprile 2013. Un appuntamento fondamentale per tutti gli operatori del settore non soltanto per l’ampiezza della superficie espositiva e per la varietà merceologica, ma anche per l’alta qualità delle tecnologie presentate. I cinque giorni di fiera, infatti, daranno vita a una vetrina per tutte le aziende produttrici nazionali e al tempo stesso riserveranno grande rilievo alle eccellenze locali, quali prodotti eno-gastronomici e allevamento bufalino.
«Si tratta di un evento estremamente importante perché permette agli imprenditori del comparto di presentare i propri prodotti – ha affermato il consigliere regionale con delega all’Agricoltura Daniela Nugnes – prodotti di eccellenza appunto, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale. Tra l’altro ritengo che sia estremamente importante che una fiera del genere abbia luogo proprio a Pastorano perché non dobbiamo dimenticare che proprio nel Casertano è presente una forte vocazione agricola che deve essere  tutelata. Uno dei compiti dell’assessorato è proprio quello di affiancare gli imprenditori agricoli campani e accompagnarli in un percorso virtuoso di promozione e di valorizzazione».
L’evento vedrà come grande protagonista la filiera bufalina, che proprio per la difficile congiuntura economica vive un momento di crisi e uno degli obiettivi di Fiera Agricola è proprio quello di sostenere il rilancio del settore. «La mozzarella e, quindi, tutta la filiera bufalina è sicuramente uno dei nostri fiori all’occhiello –ha aggiunto il consigliere – Nel mondo la Campania è nota per diversi prodotti. In testa sicuramente l’oro bianco. L’assessorato all’Agricoltura sta lavorando per cercare di valorizzare ulteriormente tutta la filiera, dagli allevatori ai trasformatori. È importante, infatti, che i consumatori conoscano tutte le fasi della produzione e sappiano che sulle nostre tavole arriva un prodotto controllato dall’inizio alla fine».
La Campania si prepara al Vinitaly
 
Vinitaly è la manifestazione che più d’ogni altra ha scandito l’evoluzione del sistema  vitivinicolo nazionale ed internazionale, contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti realtà del settore primario. Con 40,8 milioni di ettolitri prodotti nel 2012, di cui oltre il 60% destinato ai 521 vini a denominazione d'origine, l'Italia è il primo Paese produttore a livello mondiale. Un settore, quello del vino, che conta, nel nostro Paese, 383.645 imprese vitivinicole produttrici e impiega 700mila addetti per una produzione che supera ormai il milione di etichette.  Anche se i consumi interni sono scesi sotto la soglia di 40 litri pro capite all'anno, ci pensa l'export a tenere alto il fatturato del vigneto italia. Infatti, secondo i dati Istat relativi ai primi 11 mesi del 2012, il vino italiano sui mercati internazionali ha incamerato un +7,5% sullo stesso periodo dell'anno precedente, portando il fatturato dell'export a 4,66 miliardi di euro.
Anche quest'anno la Campania si prepara a vivere momenti felici al Vinitaly di Verona, grande manifestazione per enologia mondiale. Numerosa la pattuglia di produttori campani che affollerà gli stand dei padiglioni di Veronafiere per far conoscere i propri prodotti  con le grandi vendemmie di successo degli anni scorsi e le giovani produzioni di quest'anno.
Quest'anno la pattuglia campana sarà di circa 250 aziende capitanate dalla provincia di Avellino con 89 espositori, seguita da quella di Benevento con 44 espositori. La provincia di Napoli parteciperà con 42 espositori, quella di Salerno con 37 e quella di Caserta con 38.In un  mercato europeo  fortemente minato da una scarsa vendemmia che ha aperto la strada ai produttori emergenti del sud del mondo, la manifestazione veronese  tenta di affascinare il pubblico asiatico che rappresenta il consumatore di domani.

venerdì 8 marzo 2013

ZONE VULNERABILI AI NITRATI AGRICOLI, NUGNES: SCONGIURATO RISCHIO SANZIONI UE. ROMANO: PROSEGUIAMO ATTIVITA’ TUTELA AMBIENTALE.
 
 
“Con la delibera sulla delimitazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola approvata dalla Giunta regionale abbiamo scongiurato il rischio di sanzioni da parte dell'Unione europea, che avrebbe provocato il blocco del Programma di sviluppo rurale e  dei finanziamenti in ambito agro ambientale.”
Così il consigliere del presidente Caldoro per l’Agricoltura Daniela Nugnes commenta il provvedimento adottato dalla Giunta.
“Proseguiamo – aggiunge a sua volta l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano -   l'attività di tutela ambientale anche attraverso una attenta gestione dell'uso agricolo dei fertilizzanti che rappresentano una importante causa di possibile inquinamento delle acque.”
La delibera di Giunta recepisce le indicazioni dell’Unione Europea, che ha aperto nei confronti dell'Italia una proceduta di infrazione ritenendola  inadempiente rispetto agli obblighi relativi alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato da nitrati di origine agricola.
“Negli ultimi quattro anni – aggiunge la Nugnes – di concerto con l'Arpac sono stati effettuati monitoraggi accurati dei suoli che hanno evidenziato cambiamenti tali nella definizione delle zone vulnerabili ai nitrati, rendendo opportuno procedere alla revisione delle aree al fine di aggiornare la delimitazione precedente del 2003 e quella contenuta nel Piano di tutela delle acque.
“Con la delibera approvata, inoltre, è stato chiesto al Governo italiana di porre in essere ogni azione tesa alla corretta ed omogenea attuazione della direttiva comunitaria proprio al fine di evitare ulteriori richiami da parte dell'Unione Europea che potrebbero danneggiare l'economia agricola della nostra regione” conclude la Nugnes.
L'agricoltura italiana in cerca di un Ministro
 
 
 
Il governo Monti infatti ha lasciato sul tavolo molte questioni aperte, dalle solite partite irrisolte della semplificazione e del credito, a temi scottanti come l’Imu agricola estesa ai fabbricati rurali e su cui è aperto un contenzioso sul rimborso. Fino ai voucher su cui, dopo un allargamento fatto in zona cesarini dal ministero del Lavoro dopo le promesse del premier, è riesplosa la polemica tra organizzazioni agricole e sindacati.
Ma è soprattutto sulla riforma della Pac che sono focalizzati gli interessi del mondo agricolo. La nomina nel governo Monti di un ministro finalmente esperto di questioni europee come Mario Catania aveva fatto tirare un sospiro di sollievo. Ma la riforma non è arrivata in porto nei tempi. E a casa, grazie al pressing di Catania, l’Italia con il nuovo bilancio Ue è riuscita a portare solo un po’ di finanziamenti in più per lo sviluppo rurale, limitando i disastri sugli aiuti diretti. Ma la riforma è ancora tutta da definire.

martedì 5 marzo 2013

Irpinia protagonista alla borsa di Rimini
 
 
Irpinia protagonista alla Borsa del Turismo Enogastronomico di Rimini. All’evento si sono ritrovati oltre cinquanta buyer provenienti da tutto il mondo.In prima linea Agostino Della Gatta, amministratore di Irpinia Turismo, presente in rappresentanza della Campania.
Irpinia Turismo ha presentato la Strada dei Formaggi e dei Mieli d’Irpinia e, grazie anche alla collaborazione di tante altre aziende della provincia, ha affascinato i visitatori con i profumi, i sapori e le immagini di un territorio da scoprire attraverso le produzioni di eccellenza Dop, Igp e Docg, sapientemente elaborate dallo chef Luciano Colucci che, con uno straordinario e affascinante Show Cooking, ha conquistato la grande platea intrecciando e esaltando i prodotti ed i sapori della Lucania e dell’Irpinia

lunedì 4 marzo 2013

Cia: i prodotti Made in Sannio conquistano l'Iralnda
 
 
Le tavole irlandesi parlano sempre più italiano, e grazie alla collaborazione tra la CIA di Benevento e la FIBI (Federation of Italian Business in Ireland) potrebbero parlare sempre più sannita. Il 28 febbraio a Dublino, infatti, una delegazione di imprenditori agricoli della CIA di Benevento, ha preso parte agli incontri con i buyer irlandesi  organizzati dalla FIBI, realtà operante per favorire la promozione  del Made in Italy in Irlanda.

venerdì 1 marzo 2013


L'oro bianco in mostra ad Agrosud

Nei padiglioni della IV edizione di agroSud, fiera
dell'agricoltura in corso a Napoli presso la Mostra
D'Oltremare è possibile degustare presso il padiglione 5
l'oro bianco campano. La fiera ospita la VII Mostra

Nazionale della Bufala Mediterranea Italiana dove circa
400 allevatori espongono i migliori capi Italiani.
In questo padiglione è possibile incontrare il Mini
Caseificio Costanzo. L'azienda Costanzo è un caseifico a
ciclo completo e a conduzione familiare, situato a
Lusciano (CE) nell'Agro Aversano.
L'azienda è stata fondata nel 1991 da Gennaro Costanzo e
sua moglie Lia. Oggi condotta dai figli, l'azienda è
presente con diversi punti verdita sul territorio campano.

La caratteristica Mini, sta ad indicare poco prodotto, più
sicurezza, più garanzia di qualità. Il segreto
dell'azienda è nel controllo meticoloso dell'intera
filiera.
Infatti l'azienda produce il latte con cui dà vita a
stupefacenti prodotti di altissima qualità gastronomica.

per conoscere i punti vendita e i prodotti del caseificio  www.mozzarellacostanzo.com